IL CENTURIONE DELLA I COORTE

 

I centurioni rappresentano il vero nerbo dell’esercito romano, si trattava di soldati professionisti e con molti anni di servizio alle spalle. La carica di centurione rappresentava l’apice della carriera per un legionario. A loro volta, all’interno della carica, vi erano centurioni di diverso grado, secondo una precisa gerarchia che garantiva ampie e redditizie possibilità di carriera ai militari più meritevoli. Il centurione di grado più elevato era il primus pilus ovvero il centurione al comando della I coorte. La figura di centurione primipilo era della massima importanza, tanto che chi la ricopriva era ammesso al consiglio che riuniva i massimi responsabili militari della legione. L’incarico di centurione si espletava all’interno di una coorte una delle dieci in cui si articolava una legione del periodo augusteo. Il nome “centurione” si riferiva alla centuria, un’unità composta, nella legione del I secolo d.C. da ottanta uomini (o centosessanta nella I coorte). I centurioni potevano comandare una centuria, un manipolo (composto da due centurie) o una coorte.

I centurioni percepivano un salario piuttosto elevato, cui si aggiungevano premi erogati a vario titolo. Il premio di congedo, particolarmente ricco ed elargito alla fine del servizio attivo, non di rado consentiva ai centurioni di ritirarsi con una piccola fortuna, che permetteva loro di acquistare ville e fondi in campagna e di far scolpire preziose steli funebri per celebrare la loro carriera.


ARMI ED EQUIPAGGIAMENTO 

Al fine di consentire un’immediata identificazione rispetto ai semplici legionari, i centurioni indossavano un equipaggiamento con caratteristiche specifiche.

L’elmo era del medesimo tipo rispetto a quello dei semplici legionari, ma di fattura più preziosa, era inoltre sormontato da una vistosa cresta a mezza luna, di colore rosso, parallela alle spalle. L’armatura non era del consueto tipo a piastre, ma era ancora del modello a cotta di maglia (di questa armatura esisteva anche una variante a scaglie, e talvolta le scaglie erano ricoperte da una lamina di bronzo che donava all’armatura un aspetto dorato). Sopra l’armatura erano spesso indossate le decorazioni, in forma di grandi anelli o di falere (le phalera erano decorate con soggetti mitologici o con ritratti dell’imperatore o della sua famiglia, erano onorificenze al valore militare. I centurioni le esibivano orgogliosamente) circolari che riproducevano l’effigie di membri della famiglia imperiale o simboli sacri. L’equipaggiamento difensivo era completato da liste di cuoio (pteryges) a protezione del basso ventre e da un paio di schinieri. Le armi erano simili a quelle dei legionari: i centurioni portavano, un gladio (gladius) e una daga corta (pugio). A differenza degli altri legionari, i centurioni non avevano giavellotti (pillum) e portavano il gladio a sinistra e la daga a destra. Ogni centurione aveva in dotazione un bastone di legno ricurvo (vinea) che costituiva il vero segno del comando di tali militari. La vinea poteva essere usata per impartire comandi, segnalare la direzione da prendere ma anche per punire legionari pigri o riottosi.