Il Mercato degli Schiavi

Lo schiavo è una cosa, una res viventi, uno “strumento o animale parlante”.

In latino schiavo si dice servus “, si usa per l’economia schiavile rivolta al mercato, mentre si è servo per indicare l’economia di sussistenza basata sul servaggio o servitù.

 

Nella civiltà romana la condizione di schiavo rientrava in quella più generale dipendenza che il cittadino romano riservava allo straniero, l’uomo alla donna, il padre al figlio.

 

Si diventava schiavi sostanzialmente per due motivi:

  • Sconfitta militare: i prigionieri di guerra, caduti in proprietà dello Stato, venivano venduti al miglior offerente;
  • Indebitamento: chi non poteva pagare i propri debiti diventava proprietà del creditore, oppure veniva venduto sui mercati di Trastevere.

 

Si poteva diventare a seguito di un naufragio o di una pena che comportasse la perdita della libertà personale (assassinio o renitenza alla leva o l’evasione fiscale) a meno che non si accettasse l’esilio.

Non si deve dimenticare le persone rapite dai pirati o dai briganti per poi essere venduti, o i bambini che venivano abbandonati o venduti dalle famiglie povere.

 

La compravendita

 

Gli schiavi venivano venduti nelle botteghe, sui mercati o nel Foro, sotto la sorveglianza di appositi magistrati. Generalmente stavano su un palco girevole, con al collo un cartello che indicava la nazionalità, le attitudini, le qualità, i difetti. Quelli che provenienti d’oltremare erano riconoscibili per un piede tinto di bianco e i soldati vinti per una coroncina in testa.

I prezzi variavano a seconda dell’età e delle qualità (intelligenza, cultura, forza fisica ma anche bellezza, buona dentatura, capacità di suonare o cantare, parlare greco), si aggiravano sui 1.200/1.500 sesterzi (che equivale all’incirca 2 euro).

Molti ricchi romani possedevano da 10.000 a  20.000 schiavi.

 

Le mansioni

 

I luoghi prevalenti di destinazione dove esercitare il mestiere erano campagna, città, mare, cave e miniere.

La schiavitù rurale comprendeva i braccianti, i contadini, gli allevatori. Il loro lavoro era molto faticoso e poco qualificato.

In città venivano impiegati per attività artigianali: vasai, decoratori, carpentieri, muratori, lavoratori del cuoio, o fabbricanti di tessuti. Ma vi erano anche quelli dediti alla costruzione di strade e alle opere pubbliche.